Salvatore Peritore è nato nel 1959 a Licata, una ridente cittadina della Trinacria di origine arabo-normanna.

 All'inizio degli anni '70 le vicissitudini della vita lo portano a trasferirsi, con parte della  famiglia, prima a Milano poi a Torino, dove ha la possibilità di visitare le opere d'arte presenti nelle chiese e nei musei del settentrione.

 Queste nuove esperienze culturali  lo entusiasmano e lo stimolano a frequentare gli artisti presenti sul territorio. Viene così a conoscenza dell'uso dei colori ad olio, dell'impianto compositivo, della prospettiva, della capacità di equilibrare le masse ed i volumi  e soprattuttodi infondere tensioone emotiva alla scena rappresentata.

In tale contesto l'artista, da  autodidatta, con umiltà e riservatezza, si presta anche ad effettuare copie di antichi dipinti, nella convinzione che il tempo e l'approfondimento delle tecniche pittoriche del passato lo porteranno a raggiungere ottimi risultati nel campo delle arti figurative.

Nel 1976, conclusa l'esperienza lombardo-piemontese, si trasferisce a Roma dove aderisce al gruppo degli Artisti facenti parte dell'"Associazione Culturale Torraccia".

Alla fine degli anni '90 la sua fertile creatività lo rivela alla critica specializzata quando, nel corso di una collettiva d'arte sacra internazionale, propone al pubblico due eccellenti dipinti ad olio su tavola, raffiguranti "La Santità di Giovanni Paolo II" e "L'attesa di Palo Picasso  nel suo atelier".

Nel primo dipinto il Papa è raffigurato nella sontuosità dei suoi paramenti  mentre, nel secondo, il grande artista Pablo Picasso viene rappresentato stanco, rassegnato ma cosciente dell'immortalità della sua arte, nel distacco dalla vita terrena.

Peritore, ormai cittadino romano di adozione, rappresenta una delle più interessanti figure  nel recente panorama artistico nazionale, soprattutto ora che si appresta a presentare i suoi nuovi dipinti. Sono opere dal gusto postimpressionista raffiguranti marine tirreniche, vedute di Roma, nature morte con frutta, vedute bucoliche e figure femminili, tutte caratterizzate da linee leggere, da una peculiare prespettiva ed in particolare da una luce naturale "en plein air", all'aperto e dal vero.